Danni

L’Anoplophora è particolarmente temibile in quanto può attaccare sia piante indebolite che soggetti in pieno vigore vegetativo. I sintomi sono costituiti da mucchietti di rosura derivanti dall’attività nutritiva delle larve, dai fori di sfarfallamento e dalle scortecciature provocate dagli adulti quando si alimentano sui giovani rametti.

La presenza di gallerie di alimentazione nelle branche principali compromette la stabilità statica dei palchi, mentre quelle scavate in prossimità del colletto provocano danni sulla stabilità generale della pianta. L’alberatura colpita presenta ingiallimento precoce delle foglie, debolezza generalizzata e crescita rallentata.

L’insetto è caratterizzato da un’elevata polifagia. È infatti in grado di attaccare angiosperme arboree e arbustive appartenenti ai più disparati generi botanici. Senza dubbio l’ospite d’elezione è Acer spp. con una predilezione, laddove è presente, per la specie saccharinum.

In Lombardia fori di sfarfallamento o presenza di rosura sono stati riscontrati anche su Aesculus hippocastanum, Alnus spp., Betula spp., Carpinus betulus, Corylus spp., Cotoneaster spp., Crataegus spp., Fagus sylvatica, Lagerstroemia indica, Malus spp., Platanus spp., Populus spp., Prunus lauroce- rasus, Prunus spp., Pyrus spp., Quercus spp., Rosa spp., Salix spp., Ulmus spp. e Zizyphus sativa. Secondo la bibliografia, lo xilofago è capace di svilupparsi a spese dei tessuti legnosi di oltre cinquanta specie arboree, fra cui Alnus, Casuarina, Citrus, Litchi, Malus, Melia, Morus, Pyrus e Salix. Solo alcune specie di Anoplophora sono in grado di attaccare anche le Conifere.

 

Tratto da
http://www.venetoagricoltura.org/
http://www.regione.lazio.it/