Terapia

Le azioni di contenimento di Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, già sperimentate in Estremo oriente e negli USA, non sono facilmente praticabili e danno risultati parziali. In primavera, prima della fuoriuscita degli adulti dalle galle, la potatura dei getti colpiti e la successiva distruzione possono rallentare lo sviluppo delle infestazioni.

Negli Stati Uniti trattamenti con insetticidi a lunga persistenza nel periodo di sfarfallamento delle femmine hanno determinato una mortalità anche significativa, senza peraltro risultare risolutivi, mentre trattamenti con insetticidi sistemici diretti contro le larve all’interno delle galle sono risultati inefficaci perché le galle stesse hanno ostacolato il trasloco dei principi attivi con la linfa. Questi interventi non sono comunque agevoli su alberi di grandi dimensioni e su terreni declivi; inoltre trattamenti chimici in aree boschive risulterebbero del tutto inaccettabili dal punto di vista dell’impatto ambientale.

In Giappone, Corea e Cina sono stati effettuati numerosi studi per selezionare varietà resistenti al cinipide puntando su ibridi di Castanea crenata x C. mollissima o cultivar di C. mollissima con formazione tardiva delle gemme. In questo modo infatti le femmine che sfarfallano non trovano gemme in cui ovideporre. Anche negli USA l’attività di miglioramento genetico del castagno da frutto ha cercato di  introdurre fattori di resistenza a D. kuriphilus utilizzando specie come Castanea pumila (American chinquapin) e Castanea henryi (Chinese chinquapin), oltre a varietà di C. crenata resistenti.

In Giappone si sono ottenuti buoni risultati nel controllo di questo insetto attraverso l’introduzione dalla Cina di uno specifico parassitoide, l’imenottero calcidoideo Torymus sinensis Kamijo. In molte località, a distanza di quasi venti anni dall’effettuazione dei primi lanci di questo parassitoide, le percentuali di germogli attaccati dal cinipide sono modeste, ben al di sotto delle soglia di danno.

Ritenendo la lotta biologica, sulla base della positiva esperienza giapponese, una delle pochissime tecniche di contenimento dei danni derivanti dalla diffusione di questo nuovo insetto esotico, già nel 2003 sono stati intrapresi contatti dal Settore fitosanitario con ricercatori  giapponesi del National Agricultural Research Center di Tsukuba, in particolare con il dott. Seiichi Moriya.

La Regione Piemonte ha quindi avviato uno specifico progetto di ricerca, affidato al DiVaPRA – Settore entomologia e zoologia applicate all’ambiente dell’Università di Torino, per lo studio dell’introduzione del parassitoide Torymus sinensis nella nostra regione.

Nel 2005 sono state rilasciate le prime coppie del parassitoide in alcune località della provincia di Cuneo e altri rilasci sono stati effettuati anche negli anni successivi.

I primi incoraggianti risultati sono stati ottenuti nel 2007 con lo sfarfallamento di esemplari di T. sinensis da galle raccolte nei siti oggetto dell’introduzione. Ciò significa che il parassitoide si è ormai insediato in queste località ed è quindi possibile un incremento progressivo della sua presenza nei prossimi anni, fino a raggiungere livelli tali da ridurre in modo significativo le infestazioni di D. kuriphilus, come si è verificato in Giappone.

 

tratto da: http://www.regione.piemonte.it/agri/set_fitosanit/fitopatologia/avversita/
lotte/cinipide/index.htm