E’ iniziata la lotta biologica al “cinipide galligeno del castagno” in Basilicata, con il primo di cinque lanci di “Torymus” (ognuno composto da 50 maschi e 100 femmine), l’antagonista dei cinipide, a cura dell’Università degli studi di Torino (Divapra), dell’Ufficio fitosanitario regionale e dell’Università degli studi della Basilicata. I lanci saranno localizzati in quattro aree dell’area Vulture-Melfese (due a Castelgrande, due a Rionero ed uno a Melfi), a suo tempo definite e comunicate al Ministero dell’Agricoltura che coordina il progetto in tutta Italia.
Il cinipide galligeno è un insetto proveniente dai Paesi asiatici, che si è insediato in Italia nel 2002 (in Piemonte) e, nel tempo, si è diffuso in tutte le aree castanicole, sia da frutto che boschive, del Paese. I suoi danni sono evidenti e determinano una progressiva riduzione del raccolto. In Basilicata, – spiega l’Ufficio Fitosanitario del Dipartimento Agricoltura – il cinipide verosimilmente giunto dalla vicina Campania, seppur largamente presente non ha dato luogo, sino ad oggi, a livelli di danno elevati, tali da comprometterne le produzioni o la vegetazione nelle aree boschive.
Per tale ragione l’avvio della pronta azione di contrasto, con il metodo biologico, determinerà un controllo della sua diffusione. Per proseguirne la lotta è prevista la realizzazione di un’area di moltiplicazione del “parassitoide” del cinipide, a Castelgrande. Qui si provvederà alla raccolta delle galle, contenenti il Torymus sinensys, per poi essere trasportate all’azienda dell’Alsia “Incoronata” di Melfi, dove avverrà lo sfarfallamento del parassitoide. Successivamente, si formeranno le coppie per essere poi liberate negli impianti di castagno ubicati in ambito regionale.